evo je neki brale ovo postavia na stripovi.com... ne znan odakle mu, al recimo da je vjerodostojno, ne razumin talijanski, pa san pročita sa google translate-on (prebacia san u engleski, jer bolje prevede nego na hrvatski)..
ono šta je najzanimljivije je zadnji pasus, tu spominje reboot... ako san ja dobro shvatia, prijašnje događaje će ispričat iz drugog kuta.. pa ako može ko prevest točno ovaj dole boldani dio..
Najnoviji De Angelisov "oproštajni" tekst o NN-u
Il duecentoquarantanovesimo albo di Nathan Never, uscito in edicola a febbraio, ha presentato l'ultima copertina della serie mensile illustrata da Roberto De Angelis. Ma per il bravo disegnatore salernitano, una delle colonne portanti della saga neveriana, non si tratta di un addio all'Agente Speciale Alfa. Lo abbiamo intervistato, per parlare del lavoro fatto finora e per farci anticipare una grossa sorpresa che attende i lettori.
Da maggio 1996 a febbraio 2012: quasi sedici anni di copertine dell'albo mensile di Nathan Never! Quali sono quelle che ti ricordi con più piacere?
In questi anni, sul mio tavolo, di copertine ne sono passate tante. Facendo due conti, tra serie regolare e vari speciali, maxi eccetera ne avrò disegnate circa 250. Tra queste ce n'è qualcuna indovinata e qualche altra che desidererei aver fatto meglio. Tra le mie preferite ci sono quella del primo gigante, "Doppio futuro", ma anche "Il sogno della farfalla" e "Vita artificiale", tutti lavori piuttosto datati. Credo che ciò dipenda dalla mia tendenza a essere eccessivamente critico con il passato recente ed eccessivamente indulgente con quello remoto. Un atteggiamento nostalgico che m'impedisce di valutare le cose lucidamente.
Osservando le tue tante immagini di copertina, si può notare una notevole evoluzione del tuo segno: dapprima più "fumettistico" e via via più vicino all'illustrazione pittorica. Come è avvenuta questa mutazione, quali sono stati i passaggi e i cambiamenti che ha subito il tuo modo di lavorare, nel tempo?
Non sono così sicuro che si possa definire evoluzione, ma che ci siano stati tanti cambiamenti sostanziali è certo. In passato, le copertine venivano realizzate in bianco e nero e colorate, quindi, in digitale da collaboratori esterni scelti dalla Casa editrice. Dal numero 122 cominciai a colorare direttamente gli originali ad acquarello, ma si trattava ancora di disegni con un'importante base di china e rifiniti con leggere velature di colore. Il risultato poteva apparire fresco e immediato, ma aveva dei limiti che trovano radici nella natura stessa dell'acquarello. Questa tecnica richiederebbe stesure leggere e trasparenti che mal si adattano a descrivere le atmosfere cupe della fantascienza di Nathan Never. Nell'ultimo periodo il mio approccio è stato più di tipo "pittorico" (non me ne vogliano i veri pittori), dove la base a china era ridotta all'osso, se non del tutto assente, e il colore, un acrilico usato con un diluente di mia invenzione, pur se concettualmente simile all'acquarello, mirava a un maggiore vigore cromatico. Potevo fare meglio? Non lo so, ma ho molto da rimproverarmi. Tra tutti gli alti e bassi, gli esperimenti e le difficoltà, comunque, mi sono sempre sentito onesto, e questo mi basta.
Quali sono le tue fonti d'ispirazione? Nel corso della tua carriera, chi sono i disegnatori (ma anche i pittori, i registi e così via) che ti hanno maggiormente influenzato?
I mie modelli sono stati tanti, troppi per poterli elencare. Inoltre, ogni "periodo" mi ha portato a includerne di nuovi, in un gioco di addizioni la cui somma è lo stile che mi ritrovo. Cerco comunque di stare attento; la tendenza dello stile, inteso come modo peculiare e inventivo di raffigurare le forme oggettive, è di perpetuarsi in una pericolosa deriva che spesso sconfina nel cliché. Delle robuste dosi di novità, curiosità e interessi possono tenere a bada la natura isolazionista dello stile, ma la battaglia resta comunque estenuante. Arricchire la propria memoria visiva è importante: film, libri, mostre, videogame, fumetti, va bene tutto. Basta avere cura di calcolarne con attenzione le proporzioni, prima di buttare tutto nel calderone della nostra mente.
Nonostante le copertine dell'albo mensile non portino più la tua firma, a partire da quella del numero 250, i lettori di Nathan Never non rischiano di perderti di vista. Raccontaci dove potranno trovare il tuo segno e svelaci, in anteprima, il progetto "neveriano" a cui stai lavorando.
In effetti, per i prossimi due anni sarò un alacre latitante. Latitante perché, fatta eccezione per qualche copertina, non apparirò nella serie regolare. Alacre perché sarò comunque molto impegnato dal nuovo progetto di Bepi Vigna. Si tratta di una miniserie in sei albi che, pur volendo raccontare ex novo le origini del personaggio, si prefigge di recuperare le atmosfere dei primi anni di vita editoriale del nostro Nathan e di approfondire alcune vicende del suo passato. Ma ci sarà molto di più. Il taglio noir e crudo della vicenda, personaggi che non sono quelli che credevamo essere e un gioco di specchi che ribalta irreversibilmente il piano sul quale poggia l'intero mondo di Nathan Never. L'appuntamento con tutto questo è tra un paio di anni, in tutte le edicole!